Di fronte all'Africa

E’ bello avere una patria,

è dolce il sonnecchiare sotto il proprio tetto,

bambini, giardino e cane.

Ma appena hai riposato dall’ultimo vagabondare,

i paesi lontani già ti inseguono con nuove tentazioni.

Meglio è soffrire la nostalgia e sotto le alte stelle

rimanere solo con il proprio desiderio.

Avere e riposare può solamente colui

Il cui cuore batte tranquillo,

mentre il viaggiatore sopporta la fatica ed il disagio dell’andare,

accompagnato sempre dall’ingannevole speranza.

Più lieve in verità è tutta l’angoscia del viandante,

più lieve del trovare la pace nella valle natale,

dove nella cerchia delle gioie e delle sofferenze del proprio paese

solamente il saggio sa costruire la propria felicità.

Per me è meglio cercare e non trovare mai,

invece di legarmi con forza e con calore al vicino,

poiché anche nella felicità posso sulla Terra

essere soltanto un ospite, mai un cittadino.

(Hermann Hesse)

 

Gegenüber von Afrika

Heimat haben ist gut,

Süß der Schlummer unter eigenem Dach,

Kinder, Garten und Hund. Aber ach,

Kaum hast du vom letzen Wandern geruht,

Geht dir die Ferne mit neuer Verlockung nach.

Besser ist Heimweh leiden

Und unter den hohen Sternen allein

Mit seiner Sehnsucht sein.

Haben und rasten kann nur der,

Dessen Herz gelassen schlägt,

Während del Wandrer Mühsal und Reisebeschwer

In immer getäuschter Hoffnung trägt.

Leichter wahrlich ist alle Wanderqual,

Leichter als Friedefinden im Heimattal,

Wo in heimischer Freuden und Sorgen Kreis

Nur der Weise sein Glück zu bauen weiß.

Mir ist besser, zu suchen und nie zu finden,

Statt mich eng und warm an das Nahe zu binden,

Denn auch im Glücke kann ich auf Erden

Doch nur ein Gast und niemals ein Bürger werden.