Bagnaia, un piccolo borgo ai piedi dei Monti Cimini. Il legame con l’acqua appare evidente fin dal nome (forse dal latino “Balnearie”, quindi “bagni” e, di conseguenza, acqua). Il territorio è senza dubbio ricco di acque di ogni genere, anche minerali (famosa quella del “Pisciarello”), e questo ha stimolato la costruzione della stupenda Villa Lante, verso la fine del Cinquecento. Luogo carico di allusioni letterarie e filosofiche, immerso in un parco verdissimo con una casino di caccia, Villa Lante si regge su armoniose simmetrie. Tutto, all’interno della villa, è gestito nel nome della razionalità e dell’armonia (almeno nella parte bassa, essendo il complesso edificato su più livelli, raccordati da terrazze). C’è forse dietro la sapiente mente ordinatrice del Vignola, grande architetto manierista; egli operò appunto alla sua “maniera”, creando una struttura basata sulla presenza di due palazzine gemelle: la Gambara e la Montalto, dai nomi di colui che volle fortemente la costruzione della villa, cardinal Giovan Francesco de Gambara, e del cardinale Peretti Montalto, proprietario del complesso per diversi anni tra ‘500 e ‘600. In ogni caso, il nome attuale è legato alla famiglia dei Lante, che ebbe in gestione per secoli la villa, fino al Novecento. Il parterre, mirabile esempio di giardino all’italiana – anche se oggi la sua forma originale appare modificata secondo il gusto tardo-barocco – rappresenta il trionfo massimo della razionalità umana. In esso il quadrato, forma perfetta legata a simbolismi antichi, dominava incontrastata; ma man mano che si sale, e si contemplano le belle fontane che adornano i terrazzamenti, la natura si fa – o meglio, si faceva, essendo stato il giardino pesantemente modificato – sempre più caotica e selvaggia. Sull’ultimo livello, tra le Logge delle Muse, luoghi deputati alle performance artistiche, si apre una grotta, la Grotta del Diluvio, rievocante antichi miti e simbolismi arcaici. Le due palazzine, non visitabili ai piani superiori, offrono comunque uno spaccato interessante sugli stili pittorici in voga tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento (manierismo e naturalismo con venature simboliche). Le logge, aperte sul giardino circostante, esprimono l’idea del rapporto aperto tra dimora umana e natura, tipico di molte ville tardo-manieristiche del ‘500.

 

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